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Al cinema dal 23 febbraio 2017.

  • LaPoulain
  • 22 feb 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Al cinema da domani cinque nuovi film che esamineremo insieme (per le trame ufficiali vi basterà cliccare sul titolo del film), riusciremo finalmente a svincolarci dalle 50 sfumature di niente e pendere a qualcosa di più rilevante?

Iniziamo con Trainspotting 2!

Vorremmo chiedervi: che tipo di aspettative vi state creando al riguardo?

Trainspotting 2 arriva vent’anni dopo sempre con la regia di Danny Boyle e l’adattamento della sceneggiatura di John Hodge. I due sono perfettamente consapevoli di non poter riprodurre l’impatto culturale del primo film. Nel mondo, così come in Scozia, vige ancora il consumismo ma la società ha cambiato faccia dagli anni 90 ad oggi e gli autori scelgono l’unica strada possibile per continuare il racconto, quella che li porta direttamente ai personaggi e ai conti lasciati in sospeso. Renton, Sick Boy, Spud e Begbie sono nella quarantina inoltrata, ormai troppo in là per aggiornarsi a nuove forme di ribellione o anche soltanto credere ancora che ribellarsi faccia rima con soluzione anziché con illusione. Il fisico non regge più come prima e dove non sono arrivati l’eroina, il carcere o la loro stessa esuberanza, ci ha pensato la vita a schiacciarli in questo lasso di tempo.

Cosa ci dovremo aspettare???

Passiamo a The great Wall:

La pellicola racconta la storia di una squadra scelta che si imbarca in un’ultima battaglia per salvare l’umanità sulla struttura più iconica del mondo, ovvero la grande Muraglia Cinese. Il film, proddotto da Legendary Pictures e Atlas Entertainment Production, vedrà come produttori Thomas Tull, Charles Roven, Jon Jashni e Peter Loehr, mentre Jillian Share, Alex Gartner, Bennett Walsh, La Peikang e Zhang Zhao saranno produttori esecutivi con Er Yong, Alex Hedlund e Eric Hedayat come co-produttori.

Un'uscita anche per i più piccini con La marcia dei pinguini: il richiamo:

La marcia dei pinguini: il richiamo è il sequel di La marcia dei pinguini, che nel 2005 vinse l'Oscar per il miglior documentario, diventando un raro fenomeno cinematografico: un incasso mondiale di 127 milioni di dollari associato a un documentario rese il film di Jacquet un incontestabile evento. Il suo successo si debbe all'altissima qualità audiovisiva, con riprese realizzate in condizioni climatiche proibitive, unite a una capacità narrativa in grado di coinvolgere il pubblico con una narrazione alla mano, non asettica. Nella versione italiana questa chiave di "racconto", a dir il vero forse un po' troppo antropocentrica per i gusti di chi scrive, fu affidata all'affabile Fiorello (che sostituiva Morgan Freeman), garantendo un grande successo anche nel nostro paese.

Quest'anno la nostra narrazione è affidata a Pif con esperienza cinematografica piuttosto rindondante.

Nelle sale anche un film italiano Beata ignoranza:

Gassman interpreta il malato di tecnologia e Giallini il passatista, nell’intreccio dovranno forzarsi a fare l’opposto. Neanche a dirlo il primo si troverà tutto sommato bene senza tecnologia, mentre il secondo ne diventerà dipendente da che la disprezzava. La figlia che hanno in comune (pare sia di uno dei due, poi ci dicono che dell’altro, poi invece no, che era del primo) essendo una giovane è l’unica ad avere un rapporto sano con internet, il digitale e i social network. Alla fine però, come il 99% del cinema italiano, anche Beata Ignoranza pende verso la restaurazione e il recupero del contatto umano rigettando la tecnologia.

Forse anche questo film risulterà un gran messaggio per tutti noi?

Ed infine, ma assolutamente non meno importante Barriere:

La piccola vittoria riportata contro il razzismo di cui la sua comunità è ancora vittima apre la voragine di un disagio esistenziale, originato in ugual misura dalla discriminazione che gli impedì di diventare una stella del football nonostante il suo talento e da un rapporto a dir poco problematico con la famiglia d'origine e il terribile padre. I tempi però stanno cambiando e sembrano esserci finalmente chance di riscatto per il di lui giovane figlio, che vanta lo stesso talento negli sport. Il vero dramma di Barriere è che Troy non è pronto ad accettare il cambiamento e le possibilità che potrà dare solo ai suoi figli, dato che la vecchiaia ha ormai messo fine a ogni sua possibilità minima di riscatto.

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